Secondo un recente articolo de "Il Sole 24 Ore" per fare in modo che le esportazioni siano il volano della ripresa e del rilancio del Made in Italy dopo le recenti difficoltà dovute alla crisi epidemiologica, la figura chiave sarà quella dell'export manager, una sorta di regista delle esportazioni di un'impresa, indispensabile per sostenere l'accesso di queste ultime ai mercati esteri.
Gli export manager, che possono essere più di uno a seconda delle dimensioni aziendali, e presidiare diverse zone geografiche, sono infatti responsabili del fatturato della propria area, del monitoraggio della clientela, della verifica degli ordini e della promozione di tutte quelle attività legate alla vendita, accompagnando gli agenti dall'utente finale diverse volte all'anno. Con l'esplosione della pandemia, grande risalto ha avuto lo sviluppo del digitale, che ha ricevuto una spinta significativa nel corso degli ultimi mesi premiando le imprese che si sono dimostrate più oculate nel riprogrammare la propria strategia commerciale avvalendosi di queste nuove figure. La richiesta di questo tipo di professionalità rimane molto alta nonostante la crisi e si prevede, nei prossimi tre anni, una domanda particolarmente forte nei settori Food, Moda e Manifatturiero, settori trainanti per l'export italiano.
Le PMI che hanno necessità di avvalersi di un esperto di export ed internazionalizzazione ma che non possono permettersi di assumerne uno, possono ricorrere al TEM, il Temporary Export Manager. Per favorire il loro impiego, da luglio 2019, SIMEST ha messo in campo un finanziamento agevolato (10% del tasso di riferimento UE) classificato in regime de minimis con durata di 4 anni di cui 2 di preammortamento e un ammontare massimo richiedibile di 150.000 euro. Tramite quest'agevolazione sarà possibile coprire tute le spese relative all'inserimento temporaneo in azienda di figure professionali per facilitare e sostenere i processi di internazionalizzazione di qualunque impresa ne faccia richiesta. La misura è stata recentemente allargata ai professionisti di qualsiasi specializzazione e ai loro servizi finalizzati a sviluppare processi di internazionalizzazione.
A dare un ulteriore impulso a questa iniziativa è stato il cosiddetto Patto per l’export. Su questa, come su tutte le altre linee di finanziamento gestite da Simest per conto del Ministero degli Esteri, sono state introdotte numerose misure vantaggiose, alcune temporanee in seguito dell’emergenza Covid, come l’esenzione dalla presentazione di garanzie e la possibilità di richiedere una quota del finanziamento a fondo perduto (agevolazioni valide fino al 31 dicembre 2020) o l’innalzamento degli importi richiedibili fino a fine 2021. A partire dal 17 settembre poi, è iniziata una nuova fase con l'innalzamento al 50% (dal precedente 40%) della quota a fondo perduto fino a un massimo di 800mila euro. L'insieme di queste misure ha prodotto un aumento significativo delle domande di accesso a questo genere di strumenti, segno che in un prossimo futuro potrebbe verificarsi un'impennata alle assunzioni di temporary manager nelle PMI nazionali (fonte ilsole24ore.com).
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