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TRANSIZIONE 4.0 - POSSIBILI IMMEDIATE MODIFICHE

Aggiornamento: 22 gen 2021

Secondo indiscrezioni recentemente date alle stampe dal quotidiano di Confindustria "Il Sole 24 Ore", sarebbero allo studio misure correttive del nuovo Piano Transizione 4.0 appena entrato in vigore con la legge di bilancio pubblicata lo scorso 30 dicembre. L'intervento si è reso necessario dopo che la Commissione Europea avrebbe fatto presente come l'intero pacchetto (del valore di poco inferiore ai 24 miliardi di euro) sia stato finanziato tramite l'anticipo delle risorse messe a disposizione dal Recovery Plan, inclusi gli incentivi per l'acquisto di beni strumentali non digitali (ex superammortamento).


Le osservazioni della Commissione Europea, la quale specifica come i fondi del Recovery Plan vengano effettivamente legati alla svolta digitale dell'industria e non al semplice ricambio di vecchi macchinari, determineranno una rimodulazione dei crediti d'imposta così come stabiliti in origine. Saranno quindi garantite meno agevolazioni per quanto riguarda i beni strumentali tradizionali mentre aumenteranno quelle relative ai beni funzionali alla digitalizzazione delle imprese (ex iperammortamento). Si ipotizza che i cambiamenti allo studio possano far parte del prossimo decreto legge che il governo intende varare intorno alla fine di gennaio con entrata in vigore prevista verso marzo-aprile.


Per evitare ulteriori incertezze tra le imprese (che hanno già dovuto familiarizzare con il precedente impianto normativo), oltre ad un possibile blocco degli investimenti da parte delle stesse, le maggiorazioni allo studio per l'acquisto di beni digitali saranno retroattive, comprendendo gli investimenti effettuati a partire dal 16 novembre 2020.


Le misure allo studio, oltre ad incidere sulle cifre finali del Recovery Plan, prevedono che il superammortamento (per i beni strumentali tradizionali) esca dalle coperture europee e venga finanziato (per il solo 2021, unico anno in cui sarà ancora in vigore) tramite risorse statali con un credito d'imposta del 10% nel limite massimo di costi ammissibili (paria 2 milioni). Le imprese potranno fruire dell'agevolazione in un'unica quota annuale. Le stesse maggiorazioni previste per i beni digitali dovrebbero essere finanziate tramite canali alternativi a quelli del "Next Generation EU" e vedranno un aumento al 50% del credito d'imposta anche nel 2022 (in precedenza era fermo al 2021) per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni con fruizione del credito in tre quote. Per i beni strumentali immateriali 4.0 (software) invece, la quota salirà dal 20% al 25% nel biennio 2021-2022 sempre con fruizione in tre quote. Varierà anche l'agevolazione per i software di base (non 4.0) che aumenterà dal 10% al 15% così come i dispositivi per lo smart-working, sempre nel biennio 2021-2022 e con massimale fissato a 1 milione di euro.


Infine saranno possibili ulteriori modifiche ai parametri relativi al credito d'imposta per investimenti in ricerca, sviluppo ed innovazione. La percentuale per la ricerca fondamentale, la ricerca industriale e lo sviluppo sperimentale sarà innalzata dal 20% al 25% con tetto a 4 milioni mentre quella relativa all'innovazione tecnologica finalizzata alla digitalizzazione 4.0 o alla transizione ecologica aumenterà dal 15% al 20% con limite fissato a 2 milioni.



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