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LINEE GUIDA DEL RECOVERY PLAN

E' stato pubblicato nella giornata di ieri, dal Comitato Interministeriale per gli Affari Europei, il primo schema contenente le linee guida per la definizione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il cosiddetto "Recovery Plan".


Gli obiettivi che si prefigge, in un'ottica di miglioramento della resilienza e delle capacità di ripresa del paese, spaziano dall'aumento dei tassi di crescita e di occupazione (con il fine ultimo della riduzione dei divari territoriali di PIL, reddito e benessere da nord a sud) alla progressiva digitalizzazione della pubblica amministrazione, dal completamento della rete nazionale in fibra ottica, allo sviluppo del 5G, dalla sostenibilità della finanza pubblica a tutta una serie di misure in grado di aumentare la competitività nazionale, avvicinandone gli indicatori economici e sociali a quelli dei paesi che attualmente dettano il passo.


Il format prende in considerazione sette macro-aree: digitalizzazione e innovazione; rivoluzione verde e transizione ecologica; competitività del sistema produttivo; infrastrutture per la mobilità; istruzione e formazione; equità, inclusione sociale e territoriale; salute.

  1. Come accennato, nel piano si fa riferimento ad una progressiva digitalizzazione della pubblica amministrazione e allo sviluppo delle infrastrutture ad essa connesse in grado di garantire servizi digitali sempre più veloci ed efficienti (datacenter e cloud). E' allo studio un'identità digitale unica per cittadini ed imprese così come lo sviluppo della nuova rete 5G e la digitalizzazione di filiere strategiche per il panorama nazionale quali il settore agroalimentare, industriale e turistico (patrimonio culturale compreso);

  2. Grande attenzione verrà data anche agli investimenti finalizzati al conseguimento degli obiettivi European Green Deal, con particolare riferimento a quel genere di infrastrutture in grado di garantire la graduale de-carbonizzazione di trasporti e mobilità di nuova generazione e l'adozione di piani urbani per il miglioramento della qualità dell'aria. Verrà posto l'accento anche sulla protezione ambientale e sulla mitigazione dei rischi idrogeologici e sismici, oltre agli investimenti per favorire l'economia circolare e la riconversione delle piattaforme di produzione e trasporto di energia in chiave sostenibile;

  3. Per quanto riguarda la competitività del sistema produttivo sono previsti ingenti investimenti in ricerca e sviluppo di tecnologie emergenti e nel trasferimento tecnologico delle stesse all'interno delle filiere produttive. Oltre a ciò verrà incentivato il reshoring e sostenuta l'internazionalizzazione delle filiere strategiche potenziando gli strumenti finanziari per aumentare la competitività delle imprese nazionali sui mercati esteri;

  4. Spostandoci alle infrastrutture, l'obiettivo è quello di completare i corridoi TEN-T (Reti Trans-europee dei Trasporti) sul territorio nazionale anche attraverso l'ultimazione della rete di Alta Velocità per passeggeri e merci (Torino-Lione), oltre a sviluppare le reti stradali ed autostradali ed incentivare una mobilità pubblica e privata ad impatto ambientale sostenibile. Grande attenzione verrà poi riservata alle infrastrutture scolastiche ed universitarie con riqualificazioni o ricostruzioni in chiave di efficienza energetica ed antisismica;

  5. Uno dei temi di più grande impatto a medio-lungo termine riguarda l'istruzione e la formazione della futura classe lavorativa nazionale. A questo riguardo, il piano prevede un adeguamento delle competenze agli standard internazionali tramite un miglioramento delle conoscenze digitali, economiche ed istituzionali, ed una progressiva digitalizzazione dei processi e degli strumenti di apprendimento. A questo si aggiungeranno misure di contrasto all'abbandono scolastico e politiche mirate ad aumentare progressivamente la quota di giovani diplomati e laureati equiparandola alla media dell'Unione Europea;

  6. Verrà attuato il piano per la Famiglia (il cosiddetto Family Act) di concerto con una riforma dell'IRPEF oltre ad una serie di politiche attive per il lavoro e l'occupazione giovanile e femminile attraverso l'implementazione di corsi di formazione dedicati e la promozione dell'autoimprenditorialità. Grande attenzione verrà riposta nell'attuazione del Piano Sud 2030 e della Strategia Nazionale delle Aree Interne anche attraverso la rigenerazione e la riqualificazione dei contesti urbani e dei borghi storici;

  7. Infine verrà rafforzata la resilienza e la tempestività di risposta del SSN anche attraverso un sostegno alla ricerca medica, immunologica e farmaceutica e alla progressiva integrazione tra politiche sanitarie, sociali e ambientali. Grande risalto verrà dato alla valorizzazione delle politiche destinate al personale sanitario.

Per quanto riguarda le politiche di supporto sono stati individuati sei punti principali sui quali agire:

  1. Investimenti pubblici;

  2. Riforma della pubblica amministrazione;

  3. Ricerca e sviluppo;

  4. Riforma del Fisco;

  5. Riforma della Giustizia;

  6. Riforma del Lavoro.

Secondo una prima stima le risorse messe a disposizione dal Recovery Plan per Italia ammontano a 191,4 miliardi suddivisi in 63,7 miliardi di sussidi e 127,6 miliardi di prestiti. Di questi, il 70% dovrà essere impegnato nel biennio 2021-2022 con la rimanente quota destinata al 2023.


La quota dei prestiti è stata calcolata sulla base dei dati attualmente a disposizione fermo restando che la cifra definitiva verrà determinata dalla caduta del PIL occorsa nel biennio 2020-2021.


Il Programma dovrà essere compatibile con gli obiettivi di finanza pubblica stabiliti dal Governo, ciononostante è utile rammentare che, per aumentare il tasso di crescita del PIL potenziale, è comunque necessario che il Piano produca un forte aumento degli investimenti pubblici e privati.


Per maggiori informazioni forniamo di seguito il link alle slide del PNRR: Linee guida per la definizione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza





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